Birgit Kinder e la Trabant 601
- 02/12/2024
- Angela Ceravolo
Berlino, 9 novembre 1989. Mentre il Muro si sgretola, qualcosa di epocale sta per accadere: l’intero mondo sta cambiando, e il simbolo di questa rivoluzione non sarà un carro armato o una bandiera, ma una piccola e rumorosa auto, la Trabant 601.Birgit Kinder, giovane artista tedesca dell’Est ha una visione geniale e decide di immortalarla, la sua visione e quella fuga verso la libertà, in un’opera che diventerà leggendaria. La sua Trabant sfonda il Muro di Berlino con tutta la forza di chi non ne può più di confini e divisioni. Questo dipinto, Test the Best, apparso l’anno dopo su quel che resta del Muro, è ancora oggi una delle immagini più potenti della riunificazione tedesca.Quest’anno, mentre celebriamo il 35º anniversario della caduta del Muro, è impossibile non pensare a quella piccola auto che, più di ogni altra, ha fatto strada verso la libertà. Ma cosa aveva di speciale la Trabant? E cosa spinge ancora oggi qualcuno a ricordarla con affetto, quando per anni era stata vista come un simbolo di ristrettezza e arretratezza?
La Trabant 601: l’auto che non ti aspettiPer chi è abituato al lusso della modernità, la Trabant 601 potrebbe sembrare un’auto da dimenticare. Eppure, nei decenni della DDR, questo piccolo veicolo con un motore a due tempi da 26 cavalli era il sogno di milioni di persone. Certo, oggi un’auto che fa 0-100 km/h in 21 secondi lasciando dietro di sé una scia di fumo non sembra proprio il massimo del divertimento, sicuramente non potrebbe entrare nei centri abitati. Ma nella Berlino degli anni ’80, la Trabant rappresentava qualcosa di molto grande: la possibilità di muoversi, di esplorare il mondo, seppur limitato, e di avere finalmente un pezzo di futuro tra le mani. Anche se questo futuro era fatto di Duroplast, una plastica rinforzata, non di acciaio.
Avere una Trabant non era un capriccio da ricchi, ma una conquista. La lista d’attesa per questa piccola utilitaria era di fino a 15 anni. Un’attesa che oggi sembra surreale, ma che all’epoca rappresentava la normalità per chi viveva dietro la Cortina di Ferro. Immagina di ordinare una macchina e sperare che, quando finalmente sarà tua, tu sia ancora abbastanza giovane per guidarla. Eppure, quando la Trabant finalmente arrivava, per i tedeschi dell’Est significava libertà, anche con i suoi limiti, anche con la sua lentezza, era la chiave per aprirsi una finestra sul mondo.
Avere una Trabant non era un capriccio da ricchi, ma una conquista. La lista d’attesa per questa piccola utilitaria era di fino a 15 anni. Un’attesa che oggi sembra surreale, ma che all’epoca rappresentava la normalità per chi viveva dietro la Cortina di Ferro. Immagina di ordinare una macchina e sperare che, quando finalmente sarà tua, tu sia ancora abbastanza giovane per guidarla. Eppure, quando la Trabant finalmente arrivava, per i tedeschi dell’Est significava libertà, anche con i suoi limiti, anche con la sua lentezza, era la chiave per aprirsi una finestra sul mondo.
La grande fuga… con una piccola autoE poi arriva il 9 novembre 1989. Mentre i cittadini dell’Est iniziano a passare attraverso i primi varchi aperti nel Muro, le strade si riempiono di Trabant. Chiunque ne possiede una parte, inizia il viaggio verso l’Ovest, portando con sé quel piccolo veicolo fumoso. All’improvviso, la Trabant diventa il simbolo dell’invasione pacifica: migliaia di macchine lente, rumorose, invadono le autostrade dell’Ovest. E l’Ovest, con le sue Mercedes e BMW, osserva incredulo.In tutto questo caos, Birgit Kinder ha l’intuizione geniale. Non una Mercedes o una Porsche sfonda il Muro nel suo dipinto, ma una Trabant. Perché? Perché la Trabant è il popolo, è l’uomo comune che si fa strada verso la libertà. La sua arte racconta di una fuga senza fronzoli, senza eroismi da copertina. Solo una piccola auto che finalmente corre verso l’ignoto, oltre le barriere, oltre la storia.Dopo il 1989, la Trabant divenne velocemente obsoleta. Le persone dell’Est iniziarono a venderle, o semplicemente ad abbandonarle per passare a macchine occidentali più moderne. Ma, contro ogni previsione, la Trabant non sparì del tutto. Anzi, oggi è diventata un’icona, un oggetto di culto per collezionisti e nostalgici, sia in Germania che all’estero.
Se a Milano un tempo era impossibile non notare una Fiat Uno o una Golf GTI, nella Berlino post-Muro le “Trabi” erano diventate il simbolo di un passato che si stava lasciando alle spalle, ma che, in fondo, nessuno voleva dimenticare del tutto. Oggi esistono raduni di appassionati di Trabant in tutta Europa, e molte di queste auto vengono restaurate con amore, come reliquie di un’epoca lontana.
Se a Milano un tempo era impossibile non notare una Fiat Uno o una Golf GTI, nella Berlino post-Muro le “Trabi” erano diventate il simbolo di un passato che si stava lasciando alle spalle, ma che, in fondo, nessuno voleva dimenticare del tutto. Oggi esistono raduni di appassionati di Trabant in tutta Europa, e molte di queste auto vengono restaurate con amore, come reliquie di un’epoca lontana.
Oltre la Trabant: il messaggio di Birgit KinderMa l’arte di Birgit Kinder non si ferma al suo dipinto più famoso. Nel 2009, in occasione del 20º anniversario della caduta del Muro, Kinder ha ritoccato la sua opera, aggiungendo un dettaglio inquietante: dietro la Trabant che sfonda il Muro, le crepe cominciano a chiudersi. È un messaggio chiaro: la libertà non è garantita per sempre, e nuove barriere, fisiche o mentali, possono sempre riaffiorare.Oggi, da poco passato il 35º anniversario del 9 novembre 1989, quel dipinto parla ancora. La Trabant, con la sua umiltà e la sua perseveranza, è diventata molto più di un’auto: è la prova che la libertà, una volta conquistata, va sempre custodita con attenzione. Anche con un motore che fa fatica a raggiungere i 100 all’ora.Per noi, abituati al ritmo veloce e ai comfort della modernità, la storia della Trabant può sembrare quasi surreale. Eppure, c’è qualcosa di universale in quell’auto: la capacità di rappresentare la resistenza e il desiderio di libertà, in qualunque contesto. Come ogni grande simbolo, la Trabant sfonda barriere, letteralmente e figurativamente. Oggi, guardandola attraverso l’arte di Birgit Kinder, ci ricorda che anche i sogni più semplici, come quello di guidare verso un futuro migliore, possono cambiare il corso della storia.