BMW Art Car: 20 automobili da museo

Nel mondo delle automobili, c’è chi punta tutto su prestazioni, chi sull’eleganza, altri ancora vogliono essere ricordati per essere alla portata di tutti e poi c’è BMW che pensa a come trasformare alcuni dei suoi modelli più iconici in veri e propri pezzi da museo.In lontananza si sente il rumore di un motore in accelerazione, ma quando si avvicinano? Appena le intravediamo ci accorgiamo che dovremmo parlare di Andy Warhol, Jeff Koons, Roy Lichtenstein e perfino di artisti giapponesi che con una pennellata trasformano un cofano in una tela.La prima BMW Art Car è nata nel 1975 quando Hervé Poulain, un pilota e mercante d’arte (chiaro esempio di multitasking ante-litteram), decise di coinvolgere Alexander Calder per trasformare una BMW 3.0 CSL da corsa in un pezzo da museo.Ogni Art Car è un’opera unica, un matrimonio improbabile tra l’arte e l’ingegneria tedesca.Negli anni, tutti gli artisti che sono stati scelti per trasformare le BMW Art Cars hanno subito un processo di selezione basato su: rilevanza artistica e innovazione, connessione con la filosofia BMW, diversità culturale e interdisciplinarità ma anche coinvolgimento personale e visione artistica originale.Non si tratta solo di scegliere un nome famoso, ma di trovare creativi capaci di interpretare l’auto come un mezzo espressivo, andando oltre la funzionalità meccanica per trasformarla in un’opera d’arte.Ecco infine una panoramica per ognuna delle 20 BMW Art Car, in ordine cronologico:

1. BMW 3.0 CSL (1975) – Alexander Calder

Il debutto della serie è un’esplosione di colori primari. Calder trasforma la potente 3.0 CSL in una scultura mobile, dimostrando che una macchina da corsa non deve solo sfrecciare, ma anche fare una dichiarazione artistica: “Sono veloce, sono bella e sono un’opera d’arte.” Linee squadrate e colori taglienti, la variopinta automobile di Calder, con il numero 93, fece rumore, anche se non vinse la leggendaria 24 ore di Le Mans.

2. BMW 3.0 CSL (1976) – Frank Stella

Con una precisione quasi maniacale, Stella veste la CSL con un motivo a griglia matematica che sembra dire: “Anche i nerd sanno essere cool.” È una carta millimetrata con il numero 21, e da fan dei motori quale era, Stella si divertì a costumizzare 750 CV di pura potenza.

3. BMW 320i Turbo (1977) – Roy Lichtenstein

Lichtenstein porta i fumetti sulla strada, dipingendo una 320i che sembra uscita direttamente da un graphic novel. I puntini e le linee narrative suggeriscono velocità e movimento, anche quando è ferma al semaforo. L’artista della pop art portò bene e quell’anno alla 24 Ore di Le Mans, la BMW, con il numero 50, si classificò prima nella sua categoria.

4. BMW M1 (1979) – Andy Warhol

Il genio della Pop Art decide di dipingere la M1 a mano, rendendola un’icona di spontaneità e colore. Ci ha messo solo 28 minuti, perché Warhol sapeva che l’arte non aspetta – e nemmeno i motori da corsa. Il numero stampato su questo spettacolo è il 76.

5. BMW 635 CSi (1982) – Ernst Fuchs

Questa macchina sembra appena uscita da un sogno mistico. Fuchs crea un design che mescola fiamme e creature fantastiche, trasformando la 635 CSi in un’auto per poeti e visionari… o per chi vuole impressionare al prossimo raduno. Iconica.

6. BMW 635 CSi (1986) – Robert Rauschenberg

Rauschenberg inserisce immagini fotografiche nella carrozzeria, con un mix di classico e moderno. È come portarsi dietro un museo su quattro ruote, perché chi ha detto che i quadri devono stare solo sulle pareti? Questa è l’unica Art Car che potremmo davvero incontrare per strada, guidata dallo stesso Rauschenberg.

7. BMW M3 Gruppo A (1989) - Michael Jagamara Nelson

Giallo, arancione, terra di Siena e poco bianco. Un’opera d’arte che si ispira alla cultura e al territorio del popolo indigeno australiano. Se vistate chiedendo cosa rappresentino quelle pitture rupestri, pare si trattino dei sogni dell’artista.

8. BMW M3 (1989) – Ken Done

Colori Pop che urlano “Australia!” La M3 di Done è un inno alla gioia visiva, perfetta per chi crede che le auto non debbano mai passare inosservate, nemmeno di notte.

9. BMW 525i (1990) – Matazo Kayama

Eleganza e tradizione giapponese si fondono in questa 525i, decorata con motivi ispirati ai kimono e alla natura. Un’auto che sembra più adatta a un giardino zen che a un’autostrada. Kayama disse che la sua opera si ispirava ad un cristallo di neve.

10. BMW 730i (1990) – César Manrique

Con i suoi colori vivaci e le forme organiche, Manrique trasforma la 730i in una celebrazione della natura. Un’auto che potrebbe tranquillamente parcheggiare accanto a un’opera di Gaudí senza sfigurare. Qui pare che ad aver ispirato l’artista sia stata l’isola di Lanzarote.

11. BMW M3 GTR (1991) – A.R. Penck

Un mix di simboli e figure stilizzate che sembrano uscire da una caverna preistorica futuristica. La M3 GTR di Penck è perfetta per essere un guerriero dell’asfalto. Due colori che l’artista mixa senza darci una sua interpretazione, ognuno di noi può vederci dentro quello che vuole.

12. BMW 525i (1991) - Ester Mahlangu

La prima donna a dipingere un Art Car lo fa ispirandosi alla tradizione tribale africana di arredare casa, tradizione trasmessa solo da donna donna. L’auto n12 è naturalmente un pezzo unico custodita nel BMW Museum.

13. BMW M3 GTR (1992) - Sandro Chia

Chia disse che molti occhi si posano sulle auto, in questa lui ha voluto riflettere i loro sguardi. Un prototipo da corsa che non passa inosservato, anzi, che ci fa sentire osservati.

14. BMW 850CSi (1995) – David Hockney

Hockney dipinge l’interno dell’auto… all’esterno! Con questa 850CSi, è come se potessimo vedere dentro, inclusi i sedili, il motore e persino il guidatore (ovviamente, cosa c’è all’interno dell’auto secondo l’artista). È l’arte della trasparenza, letteralmente.

15. BMW V12 LMR (1999) – Jenny Holzer

Minimalista ma d’impatto, la V12 LMR è decorata con frasi provocatorie che sembrano dire al mondo: “Leggi il mio cofano!” L’artista vuole farci riflettere, vuole farci leggere, vuole renderci edotti e sopratutto PROTECT ME FROM WHAT I WANT.

16. BMW H2R (2007) – Olafur Eliasson

Eliasson copre la H2R con ghiaccio e specchi, trasformandola in una scultura che riflette il cambiamento climatico. Per formare l’involucro furono assemblate lamiere di metallo, poi irrorate di acqua e messe a congelare. Il risultato è che una supercar è immobile dentro al ghiaccio, come la nostra società quando sceglie di occuparsi della sostenibilità.

17. BMW M3 GT2 (2010) – Jeff Koons

Un’esplosione di energia visiva, con colori accesi e linee che sembrano sparare verso l’infinito. La GT2 di Koons è pura adrenalina visiva, anche prima di accendere il motore.

18. BMW M6 GT3 (2016-2017) – Cao Fei

L’artista cinese porta l’Art Car nell’era digitale, con un’auto interattiva che si anima attraverso la realtà aumentata. La M6 GT3 diventa così un portale verso il futuro grazie alla realtà aumentata.

19. BMW M6 GT3 (2016) – John Baldessari

Pochi elementi ma un titolo molto chiaro FAST.

20. BMW 8 Series (2024) – Julie Mehretu

Quasi 50 anni dopo, l’ultima arrivata nella collezione è un trionfo di linee astratte e movimenti fluidi. Mehretu trasforma la Serie 8 in una mappa emotiva e per farlo si chiede che aspetto avrebbe un dipinto se l’auto lo percorresse e ne venisse influenzato?
Ogni auto è un piccolo universo che mescola creatività e ingegneria, trasformando il semplice atto di guidare in un’esperienza culturale.Se vi state chiedendo se queste macchine girano davvero su strada o sono solo oggetti da salotto, la risposta è: entrambe le cose. Alcune di queste opere hanno gareggiato realmente, come la BMW di Calder, alla 24 Ore di Le Mans. Altre, invece, sono state create per essere ammirate in mostre, facendo sentire ogni appassionato di motori un po’ più intellettuale.
Eccovi servito un argomento per sembrare più colti al prossimo aperitivo, ricordate: la prossima volta che vedete una BMW, chiedetevi se è solo una macchina o se nasconde l’anima di un artista.
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