DD: Maserati Biturbo 4.18v
- 30/09/2020
- Garage Italia Customs
MODELLO: Maserati Biturbo 4.18vANNO: 1991COLORE: Dark AcquamarinaFull DetailingUn’auto piccola, spigolosa, con la linea a cuneo.Forse una delle auto con maggior personalità della storia, italiana fino al midollo. Compatta e proporzionata come poche.Tra l’atro non una normale Biturbo ma una rarissima 4.18v di colore dark acquamarina …. Wow!
Giorno 1È dedicato al lavaggio dell’esterno, quindi acqua/un po’ di colloidale/vaporizzatore.L’auto viene interamente inumidita, gronda d’acqua. È il metodo migliore per far agire il colloidale che pulisce la superficie rispettandola.Asciugo tutto con delle microfibra giganti, rifinisco ogni dettaglio con microfibre più piccole e spatola.Pulisco pneumatici con il vynil cleaner, lucido i cerchi. Finisco coi giro porta.Passo al vano motore, tutto sommato tenuto abbastanza bene. Inizio togliere ‘il grosso’ e termino facendo una pulizia mirata delle parti in gomma e plastica. Decido di non usare il dressing, sarebbe inopportuno e farebbe apparire il bel motore Maserati plasticoso e cheap. Del resto come potrei imbrattare i condotti cromati del Biturbo con del volgare silicone?!
Giorno 2Metto l’auto nello slot di lucidatura, le luci rivelano subito i molti problemi della carrozzeria, l’opacità data dai graffi di manutenzione, i cosiddetti “sporchini” (dati dalla contaminazione durante la riverniciatura), segni evidenti di carteggiatura.Insomma la carrozzeria pare una battaglia a Risiko!Decido di iniziare dal cofano motore, decisamente la parte più compromessa, provo a togliere qualche sporchino prima con un mini dischetto abrasivo, ma il lavoro sarebbe lungo quindi utilizzerò poi questa tecnica per quelli nei punti più difficili.Non mi resta che prendere una carteggiatrice e opacizzare il trasparente per eliminare più difetti possibile. Divido idealmente il cofano in 4 parti -la macchina è piccola- e inizio il carteggio un pannello alla volta, poi lucido nuovamente. Ok ci ho impiegato qualche ora, ma il risultato è sublime!
Giorno 3Il terzo giorno inizio subito a lucidare il lato sinistro dell’auto partendo dall’anteriore ma improvvisamente ho come un “blocco” creativo.È vero sì, ho levigato, ho tolto molto difetti. Ma nonostante l’auto stia venendo bene non mi convince del tutto, sembra che più correggo i difetti più ne vedo di nuovi.Sto entrando in una fase maniaco ossessiva: devo fermarmi.Metto la lucidatrice in “panchina” e inizio a pulire a mano alcuni dettagli come il grande Tridente frontale.Pulire i piccoli e apparentemente insignificanti particolari mi mette in pace con la parte ossessiva della mia personalità.
Giorno 4Oggi devo assolutamente riprendere la lucidatura, non lucido mai più di tre giorni. Su Marcello trova l’ispirazione.Metto in linea le lucidatrici e inizio con una rotorbitale. Ho nastrato bene con un nastro da restauro per proteggere gli spigoli. Riparto silenzioso e concentrato.Continuo così tutto il giorno, alternando lucidatrici grandi e piccole a dischi abrasivi a mano. Arrivano le 18.45, sono sfiancato come un cavallo che ha corso la Japan Cup. Lucidatura è fatta, sono a posto con me stesso. Riordino e mi avvio verso casa.
Giorno 5Arrivo prestissimo, OMG devo ancora fare l’interno dell’auto, quindi porte spalancate e inizio come sempre dal gesto base che è l’aspirazione, luce in testa da speleologo e via.Una volta finito di aspirare parto con una pulizia approfondita della moquette, una bellissima trama e ordito bi-colore con un effetto «spigato», so classy!Il secondo elemento oggetto di detailing è la selleria, un meraviglioso velluto ingiallito dal tempo e da una strana polvere che misteriosamente imprigiona la bellezza di tutti i materiali dell’auto.
Dopo una piccola indagine col cliente scopro che è polvere di legno. L’auto è stata abbandonata in una falegnameria per anni!Che crimine!Tornando al velluto, ha i suoi anni anche se è un materiale resistentissimo, non posso inzupparlo come un savoiardo per il tiramisù, decido allora di prendere dell’acqua calda e una microfibra bianca, mi armo di guanti in nitrile per proteggere le mani dall’acqua troppo calda e procedo; bagno, strizzo, accarezzo il velluto pelo e contro pelo, in loop. Piano piano lo sporco viene via. Dopo un’ora finisco tutta la selleria, il risultato è notevole.In ultima battuta pulisco la pelle a mani nude, cospargendo di detergente in maniera molto delicata, perché alcune parti come cruscotto e tunnel centrali sono molto deteriorate.
Last but not least, è il turno di tetto e cappelliera, entrambi in Alcantara.È quasi sera, procedo alla pulizia dei dettagli più piccoli, dai tasti alle fragili bocchette, con piccoli swabs (tipo cotton fioc), spatola e microfibre di varie grane umide e non. Per l’interno chimica bassissima as always, solo tanta pazienza e lavoro manuale.That’s all Folks!XOXO Marci