Le targhe automobilistiche sono il tipico esempio di un oggetto di design che nessuno nota fino a che non sono orrende. In alcuni Paesi, i designer hanno fatto un lavoro degno di un’agenzia di branding di lusso, in altri, sembra che abbiano lasciato la questione a un burocrate con un debole per il Comic Sans. Ma quali sono le targhe più belle del mondo?Giappone: Il Bauhaus del MetalloLe targhe giapponesi sembrano uscite da un manuale di grafica minimalista: sfondo bianco, caratteri verdi o nere, proporzioni perfette. Ogni elemento è studiato per essere leggibile e ordinato, il che pare essere fondamentale in un Paese dove anche le file al supermercato sembrano coreografate da un architetto. Il designer di queste targhe probabilmente aveva un poster della Scuola di Ulm appeso in ufficio e sicuramente Nendo le apprezza molto. Peccato che poi la polizia abbia deciso di rovinarle con adesivi giganti sopra i numeri per contrastare le truffe.Chi ha fatto o fa tuttora il grafico lo sa, succede sempre, fai una grafica fighissima, proporzionata, elegante e poi arriva qualcuno di potente, tipo il marketing manager che notoriamente non ne capisce nulla di grafica, e ti obbliga ad appiccicarci sopra qualcosa di estremamente brutto, tipo il logo di un’associazione fondata negli anni 80 che non ha mai fatto un rebrand. Cari grafici, avendo io per anni subito queste angherie, sappiate che vi sono vicina.
Stati Uniti: un tripudio di PowerPoint anni 90Negli USA ogni Stato ha la sua targa, e si vede. Alcune sembrano uscite da uno studio di design serio (vedi Alaska), altre da un corso di Photoshop per principianti (Florida, sto guardando te). Le migliori sono vere e proprie opere d’arte: la targa delle Hawaii, con il suo arcobaleno pastello, è un classico senza tempo. Poi ci sono quelle dove il designer ha chiaramente perso il controllo: la targa dell’Oklahoma sembra una pubblicità per un rodeo (a me fa molto ridere), mentre quella del New Jersey ha il triste fascino di una cartellonistica autostradale anni 70. Poi io vorrei sapere chi ha scelto il font della California, sospetto sia stato un surfista dopo tre birre.Comunque le targhe americane si meritano più spazio, credo che alcune abbiano proprio bisogno di essere studiate nei corsi di grafica, il nome del corso potrebbe essere “cosa fare e soprattutto cosa non fare se si vuole lavorare nel mondo della grafica”
Regno Unito: Helvetica e burocraziaLe targhe britanniche sono il perfetto esempio di funzionalismo grafico: bianco davanti, giallo dietro, caratteri neri. Semplici, leggibili, senza fronzoli. È tutto pensato per la praticità, loro non hanno tempo di pensare a queste cose. A parte gli amanti delle personalizzazioni: il mercato delle targhe personalizzate è molto vasto, un mix di egocentrismo e capitalismo sfrenato porta i ricchi a spendere milioni per combinazioni di lettere vagamente riconoscibili. Il risultato? Una Jaguar con la targa “L0RD” che appartenere a un oligarca in vacanza a Mayfair. Io l’ho sempre pensato che gli inglesi sono matti.
Emirati Arabi: il design del potere (e del denaro)Le targhe degli Emirati Arabi sono l’emblema del lusso ridotto all’essenziale: numeri enormi, caratteri arabi elegantissimi e un design iper-pulito. Qui il vero design non è sulla targa, ma nel numero che scegli. Più è basso, più il conto in banca è alto. Il concetto di branding spinto all’estremo: il messaggio non è quindi nella grafica, ma nel valore dell’oggetto. E infatti, mentre il povero designer cercava di creare qualcosa di bello, gli sceicchi facevano aste da milioni di dollari (8 milioni di dollari per essere precisi) solo per avere la targa con sopra solo il numero 1.Comunque questo mi sembra un ottimo modo per puntare al marito ricco, lo scrivo alle material girl all’ascolto, osservate le targhe con numeri bassi se puntate ai soldi.
Liechtenstein: dove i designer hanno deciso di non lavorare troppo, forseIl Liechtenstein, uno dei Paesi più piccoli del mondo, ha scelto un design semplice ma elegantissimo: sfondo nero, caratteri bianchi, stemma nazionale. Qui il designer ha fatto il minimo indispensabile, ma con un gusto impeccabile. Pare un vestito di Armani: niente di appariscente, ma ogni dettaglio al posto giusto. In più, le targhe sono ereditabili: in pratica, una targa di Liechtenstein è più stabile di molte valute.Vorrei sfatare un mito: le cose più semplici e con meno elementi sono le più difficili da progettare. E per oggi il mio lavoro da ex grafica può finire qui.
Svizzera: Swiss design applicato alle targheLe targhe svizzere sembrano progettate da uno dei grandi maestri del design svizzero, da qualcuno che ha studiato alla scuola di Bauhaus. Tutto è perfettamente bilanciato: caratteri precisi, stemma cantonale in bella vista, proporzioni perfette. Se Dieter Rams avesse dovuto disegnare una targa, probabilmente sarebbe apparsa così. Qui ogni Cantone ha il suo stemma, il che significa che, con la giusta targa, puoi ostentare il tuo campanilismo anche in autostrada. Un’idea geniale, considerando che in Svizzera la rivalità tra Cantoni è più forte di quella tra tifosi di calcio italiani.
Monaco: lusso monocromaticoMonaco ha targhe che sembrano il logo di una banca per ricchissimi: bianche, con numeri blu e lo stemma reale. Eleganti? Assolutamente. Originali? Non proprio. Ma d’altronde, qui la targa è solo un accessorio per la Ferrari parcheggiata davanti al casinò. Il vero tocco di classe? Le vecchie targhe nere con numeri bianchi, ormai rarissime, che conferiscono all’auto un’aura da “sono qui da prima che tu nascessi”. Mi sento in soggezione solo a scriverne.
Le targhe non sono solo numeri e lettere su metallo, ma piccoli capolavori (o disastri) di design. Alcuni Paesi le hanno trasformate in icone, altri in occasioni mancate. Ma alla fine, che siano minimaliste o pacchiane, super lusso o brutalmente funzionali, raccontano tantissimo sulla cultura e la società di chi le indossa.E voi, quale designer pensate abbia fatto il lavoro migliore? O peggiore? Fatecelo sapere senza remore, tanto nessuno legge le targhe mentre guida!