Le più belle macchine vinte dagli MVP degli sport americani
- 05/10/2022
- Tommaso Berra
È il 5 ottobre 1955, il lanciatore mancino dei Brooklyn Dodgers Johnny Podres sta guidando per le strade di new York la sua nuova Chevrolet Corvette, ricevuta in premio per essere stato nominato MVP delle World Series della MLB e aver portato il primo titolo alla franchigia che da lì a tre anni si trasferirà a Los Angeles. La macchina è bellissima,color crema all'esterno, pelle rossa all'interno, con 195 CV che spingevano quel prodigio fino ai 220 Km/h. È la prima volta che uno sportivo riceve un premio simile per i meriti di una singola partita. L’idea di regalare una macchina all’MVP delle World Series è della rivista Sport, che insieme alla General Motors decide di dare un mazzo di chiavi al "Top Performer" di quella Gara 7. L’abitudine di regalare macchine agli sportivi si allargò anche al football americano, quando sempre la rivista Sport iniziò a premiare l’MVP del Super Bowl, in quell’anno vinto dai Baltimore Colts contro i New York Giants, in quella che è stata definita “The Greatest Game Ever Played”. Per le strade di Baltimora il quarterback dei Colts Johnny Unitas guiderà una Corvette rossa. Inizia così una tradizione destinata a durare fino ai giorni nostri. Negli anni successivi sia Dodge sponsorizzerà il premio, con il volante della Dodge Challenger che nel 1970 finirà tra le mani di Len Dawson e quello della Dodge Charger a Miami, nel garage di Larry Csonka dei Dolphins, MVP del Super Bowl 1973.Alla fine degli anni 70 Ford entra in scena, con la Thunderbird vinta da Randy White dei Dallas Cowboys nel 1978 (distrutta dopo un incidente contro un animale vicino alla sua fattoria) e la Pontiac Firebird Trans Am, regalata dalla General Motors a Terry Bradshaw dei Pittsburgh Steelers nel ‘79.Quando Subaru a metà degli anni ‘80 iniziò a regalare la sua Subaru XT non tenne conto che atleti così grossi e muscolosi non sarebbero stati troppo comodi su una coupè di piccole dimensioni. Jerry Rice, vincitore del Super Bowl nel 1989 con i 49ers, preferì quindi regalarla a sua madre. La tradizione è continuata anche nel baseball, con Chevrolet che dal 2005 sponsorizza il premio e negli ultimi anni ha assegnato una Chevy Silverados (2018), una Corvette C8 a Stephen Strasburg dei Washington Nationals (2019) e nell’ultimo anno una Corvette Z06 a Jorge Soler dei Braves. Un pezzo da collezione quello vinto da Ben Zobrist dei Chicago cubs nel 2017, salito sul sedile di una Camaro SS, edizione speciale per il 50° anniversario del modello della casa automobilistica di Detroit. Nella NBA la premiazione dell’MVP con la macchina sportiva è un’abitudine meno vistosa, complice la difficoltà di portare direttamente sul parquet i modelli, cosa che avviene regolarmente nel baseball e nel football americano. Russell Westbrook ha scelto tuttavia di puntare i riflettori sul premio nel biennio 2015-2016. Dopo essere stato nominato Most Valuable Player dell’All Star Game, ha scelto di regalare la sua Kia a una madre single di Oklahoma City, mentre l’anno successivo a una famiglia bisognosa di Los Angeles. Un bel gesto compiuto anche da Anthony Davis, che ai tempi dei Pelicans regalò il suo premio a una famiglia di New Orleans.
Il premio ha cambiato notevolmente significato negli anni, all’inizio rappresentava un bottino per professionisti che non guadagnavano ancora cifre sproporzionate rispetto al valore di una singola auto. Arrivando sempre più ai giorni nostri, i contratti multimilionari fanno sì che le Chevrolet o le Corvette assumano più un valore simbolico, capace però di inquadrare perfettamente la spettacolarizzazione della tradizione sportiva americana. Sport e motori si doppiano perfettamente nel momento culmine della stagione, circondati da quell’aura di epicità che sprigiona l’MVP, con un posto nella storia e un altro su una quattro ruote che riflette i flash delle macchina fotografiche.
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