Picasso e Citroen

Un artista, una casa automobilistica, una Dea e un mistero.Il genio artistico di Picasso fa un pit stop nel mondo delle automobili, et voilà, ecco l’auto di un giornalista trasformata in un capolavoro su quattro ruote.L’automobile in questione è una Citroën DS19 blu che, con le linee più eleganti di un piatto cucinato da Massimo Bottura, è diventata la tela di Picasso.Giusto per capirci, la DS, vincitrice del premio per il miglior design industriale alla Triennale di Milano del 1957, nel 1999 fu eletta a miglior oggetto di design del XX secolo (non proprio una delle auto più brutte di sempre). Per le sue forme, divenne presto nota anche con il nome di “Squalo”, o “Tiburon” in spagnolo, la chiamarono anche “pescecane”, a volte “tartaruga”, altre addirittura “ferro da stiro”, per noi è “la Dea”.
Ma andiamo con ordine.Un giorno, nel 1958, Manuel Mejido, un giornalista messicano, arrivò in Costa Azzurra con l’intento di intervistare Picasso, cosa che sapeva essere impossibile da quando l’artista era stato mandato in esilio dal dittatore Franco. Nella villa di Picasso, “La Californie”, il giornalista si presenta con un’auto che gli era stata prestata, la Citroen DS appunto, e ci va a nome del Centro Repubblicano Spagnolo del Messico, un’organizzazione che durante la guerra civile spagnola aveva aiutato molti profughi. Il trucchetto funzionò e Picasso gli concesse l’intervista.
A quanto pare però, a metà dell’incontro l’artista si assentò. Curioso come un bimbo di cinque anni, era andato dall’automobile e l’aveva usata come una tela. L’opera che ne è venuta fuori raffigurava una famiglia con dei fiori e un albero. Picasso decise anche di firmare l’auto dipinta, rendendola così ufficialmente sua.Il giornalista messicano capì che poteva farci parecchi soldini, così comprò l’auto per 6.200 franchi, e la rivendette a una galleria di Parigi per una cifra sei volte maggiore.
Ma aspettate, c'è più suspense qui che in un episodio di True Detective. L’auto scompare nel nulla! Dove è finita? Forse si è camuffata tra le opere d'arte di un museo o ha deciso di prendersi una pausa lungo la Costa Azzurra. Il giornalista sospetta che l’opera di Picasso sia tra le mani di un collezionista che la custodisce gelosamente, quello che è sicuro da quando è stata acquistata dal museo di Parigi l’auto non è più stata avvistata o fotografata.
Questo succedeva 66 anni fa.
Più di recente, nel 1999, la casa automobilistica Citroen pagò agli eredi di Picasso parecchi soldini per il permesso di “battezzare” la monovolume basata sulla Xsara con il nome del grande pittore, questo suscitò l’indignazione dell’allora direttore del Museo Picasso, Jean Claire, e di molti altri esperti d’arte contrari alla “commercializzazione” del nome e della firma del genio spagnolo.
Certo, la Xsara Picasso del 1999 non era elegante e raffinata come la DS19 sulla quale l’artista aveva dipinto, e per dirla tutta nemmeno le Citroen Picasso che sono nate dopo. Sulle Citroen C3 e C4 Picasso non ci vedrei al volante Brigitte Bardot o Jacky Kennedy come successe con la Citroen DS che le incantò con la sua linea affusolata, i fari orientabili che, per migliorare l’illuminazione notturna in curva, giravano insieme alle ruote, il tetto apribile e le sospensioni idropneumatiche.Ma si sa “la Dea”, così fu soprannominata dai sui creatori la DS che giocavano sulla perfetta assonanza, nella lingua originaria, tra la sigla “DS” (testualmente “Désirée Speciale”) e la sua pronuncia francese, “déesse”, che significa, appunto, dea, rimarrà tra le auto più iconiche di sempre e Flaminio Bertoni, l’artista che ne disegnò il design, verrà ricordato come un visionario.
Per tornare a noi, la strana coppia Picasso e Citroën ci ricorda che l'arte può girare letteralmente su strada. A volte l'estetica e l'innovazione si fondono e creano un'esperienza automobilistica che va al di là di ciò che si trova sotto il cofano. Quindi, mettetevi comodi, allacciate le cinture e preparatevi per un viaggio artistico in un mondo dove le auto sono più di semplici mezzi di trasporto, sono vere e proprie opere d'arte in movimento!
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